lunedì 14 marzo 2011

La Politica nella Dottrina Sociale della Chiesa.

Foto di Michele Armillotta

"La Politica nella Dottrina Sociale della Chiesa" è stato il titolo del V° appuntamento del percorso Una proposta per giovani che pensano, amano, sognano e credono , svoltosi l'11 marzo presso l'Auditorium "Mons. Valentino Vailati", organizzato dalla Pastorale Giovanile dell'Arcidiocesi di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo.
Relatore il Consigliere Comunale Avv.Adamo Brunetti, già delegato diocesano alla Settimana Sociale dei Cattolici Italiani a Reggio Calabria. Moderatore don Salvatore Miscio.

Foto di Michele Armillotta
 1. Il primo punto ad essere affrontato è stato quello riguardante IL FONDAMENTO E IL FINE DELLA COMUNITÀ POLITICA


Ciò che fonda e giustifica la Comunità politica è la persona umana, quale essere dotato di razionalità, capace di compiere scelte che diano senso alla propria vita ed aperto verso una dimensione Trascendentale.
 La persona umana ha un'innata propensione verso la piena ed integrale realizzazione di sé stessa, verso, cioè una vita che riesca a soddisfare appieno le proprie istanze ed i propri bisogni (che non sono solo di tipo materiale). Per conseguire questo obiettivo, tuttavia, l'uomo sa di avere bisogno degli altri: da qui la necessità che egli instauri relazioni sociali con gli altri uomini.
L'insieme delle relazioni sociali, allora, dà vita alla comunità politica che, da un lato, trova ragione di essere, appunto, nella persona umana e, dall'altro, ha come obiettivo l'integrale realizzazione dei suoi membri.
Simile realizzazione, dal canto suo, non può aversi se non attraverso la promozione e la tutela dei diritti umani fondamentali (diritto alla vita, al lavoro, alla libertà religiosa, all'istruzione, alla libertà di manifestare il proprio pensiero) che rappresentano le condizioni essenziali perché l'uomo possa realizzarsi appieno.
2. Si è poi discusso dell'aspetto riguardante L'AUTORITÀ POLITICA.

Si è partiti dal presupposto secondo cui di un'autorità che abbia la funzione di guida, direzione e coordinamento della comunità politica non può senz'altro farsi a meno.
 Ad essa, infatti, è demandato il compito di guidare il popolo verso il conseguimento del bene comune nel rispetto delle libertà e dell'autonomia dei singoli. In questo senso, dunque, l'autorità è al servizio della comunità ed il potere che le viene conferito è funzionale a tale finalità, non ad altre.
Ecco perché provoca indignazione un'autorità che, distorcendo il potere assegnatole, lo adopera per finalità clientelari al fine di soddisfare i bisogni di pochi privilegiati a scapito dell'interesse comune.
 Peraltro, l'autorità non trova legittimazione in sé stessa, ma nei valori morali di cui deve farsi promotrice, quegli stessi che sono alla base dei diritti fondamentali dell'uomo cui si è poco sopra fatto cenno.

3. Altro aspetto è stato quello riguardante IL SISTEMA DELLA DEMOCRAZIA

La democrazia è il sistema che permette la partecipazione dei cittadini alle scelte di governo attraverso l'elezione dei propri rappresentanti.
 A questi viene trasmesso dal popolo l'esercizio della sovranità che gli appartiene. Allo stesso tempo, attraverso il voto i cittadini mantengono sugli eletti un penetrante controllo poiché hanno il potere decidere se confermali o meno al momento delle elezioni. In Italia, purtroppo, la legge elettorale per l'elezione dei parlamentari, negando il voto di preferenza, limita fortemente questa prerogativa spettante al popolo.
Il sistema democratico, poi, si basa sul principio di separazione dei poteri secondo cui ogni potere (legislativo, esecutivo, giudiziario) è assegnato ad un organo diverso che lo esercita rispettando la propria sfera di competenza.
Il violento conflitto tra poteri in atto nel nostro Paese dimostra come occorra un nuovo modo di intendere la vita istituzionale, più responsabile e meglio orientata verso il perseguimento del bene comune. 



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