La multinazionale irlandese ‘Petroceltic Elsa’, dunque, inizierà a trivellare il fondale dell’Adriatico: non in un posto qualunque, bensì in un’area naturale protetta, con un’operazione che annullerà la biodiversità dell’intero sistema marino e delle coste.Un’ipoteca sul futuro del nostro territorio, le cui vocazioni vanno nettamente in senso contrario, verso il turismo e le fonti rinnovabili. Un disastro ecologico annunciato, a cui ci opporremo con tutte le forze.
Il nostro mare è già scrigno prezioso di risorse da tutelare e proteggere, un paradiso che in molti ci invidiano, e che il Governo è disposto a violare con piattaforme petrolifere, per un profitto del tutto discutibile: a giudizio di esperti, infatti, i giacimenti eventualmente posti sotto il nostro mare non sono tanto ingenti da influire sull’indipendenza energetica del Paese.
Nessun vantaggio economico, quindi, a fronte di un enorme danno al territorio e all’ambiente.
Bitume e catrame a fronte di acque limpide e cristalline e scogliere di incredibile bellezza, preziose per la varietà e la rarità di flora e fauna marine.
Non siamo disposti a subire una decisione imposta dall’alto, che brucia sulla pelle nostra e della nostra terra.
Decisione presa, tra l’altro, senza nemmeno consultarci, e che procede in netta controtendenza rispetto alle scelte non solo della Puglia, che sta puntando sul turismo di qualità, sull’agroalimentare e sullo sviluppo e la tutela delle aree protette, ma anche dell’Europa, impegnata nelle energie rinnovabili con la formula ‘20 20 20’, per ridurre del 20% le emissioni di gas a effetto serra, con il ricorso alle fonti rinnovabili e al risparmio energetico.
Invece il Governo italiano dice no a questo mercato giovane e in grado di creare migliaia di nuovi posti di lavoro.
E alla economia verde risponde con il nero-petrolio.
Il sindaco di Manfredonia
Angelo Riccardi
fonte : Ufficio stampa e comunicazione Città di Manfredonia
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