venerdì 9 ottobre 2009

1950 La bottega del fabbro


Il fabbro e i suoi aiutanti - Francesco D'Oria, 28 anni e Tonino Palumbo, allievo dodicenne - sono intenti a costruire un aratro bivomere, che è quasi ultimato.
Il ragazzino accosciato (forse uno della famiglia Falcone, detto "La Muscia"?)si è accodato al gruppo solo perché abitava là davanti.

L'incudine era stata portata all'aperto perché si era nella stagione estiva, e nella bottega c'era troppo caldo.

Per la cronaca il "Maestro" è mio padre Vincenzo, allora cinquantenne, titolare della bottega, sotto il palazzo di Tremelànde, ubicata il Via San Francesco 76.

Il monolocale, sprovvisto di acqua, luce e servizi,dal pavimento di tufina annerita, al giorno d'oggi può essere usato solo come magazzino. Invece in quel buco di 25 mq ci hanno lavorato almeno tre generazione di fabbri dalla seconda metà del 1800 al 1975. Esso è tuttora di proprietà del Comune, e faceva parte dei fabbricati di San Francesco, ormai quasi tutti abbattuti per far posto ai moderni casermoni di Piazza San Francesco.

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