L'anno che sta per arrivare ci porterà a celebrare il 150° anniversario dell'Unità d'Italia, Tutto Manfredonia apre la rubrica "ITALIA 150°" dove vi proporrà le biografie dei politici italiani che hanno caratterizzato la storia del nostro paese con i loro governi e le loro scelte, e successivamente gli eventi e le date più importanti di questi ultimi 150 anni che vanno dal 1861 ad oggi. Oggi vi proponiamo 4 biografie di Presidenti del Consiglio che hanno influito particolarmente dal 1861 al 1920 :
1861 - 1920
Camillo Benso Conte di Cavour (Torino, 10 agosto 1810 – Torino, 6 giugno 1861), fu esponente della Destra Storica. Già primo ministro del Regno di Sardegna, fu il primo Presidente del Consiglio dell’Italia unita dal 23 marzo 1861 al 6 giugno 1861 quando morì improvvisamente. le ultime parole del conte furono: "L'Italia è fatta - tutto è salvo". E’ considerato con Garibaldi, Mazzini e Vittorio Emanuele II di Savoia uno dei padri della Nazione. Uno dei più grandi Statisti di sempre coronò il sogno di vedere unita l'Italia, non amava Garibaldi ma acconsentì alla spedizione dei Mille.
Agostino Depretis (Mezzana Corti (PV), 31 gennaio 1813 – Stradella (PV), 29 luglio 1887), già mazziniano fu esponente della Sinistra Storica. Ministro dei Lavori Pubblici (1862), Ministro della Marina (1866-’67), Ministro degli Esteri in 4 mandati (1877-’78, 1878-’79, 1885 e 1887), Ministro delle Finanze in due mandati (1867 e 1876-’77), Ministro degli Interni in tre mandati (1878, 1878-’79 e 1879-’87). Presidente del Consiglio per 9 mandati in tre periodi (1876-1878, 1878-1879 e 1881-1887). Primo Presidente del Consiglio di Sinistra varò importanti leggi come la Legge Coppino che rendeva gratuita obbligatoria la scuola elementare, ampliò il suffragio universale, completò la rete ferroviaria italiana, importante in politica estera l’entrata nella triplice alleanza e la conquista dell’Eritrea con cui inaugurò la campagna coloniale italiana.
Francesco Crispi (Ribera (AG), 4 ottobre 1818 – Napoli, 12 agosto 1901), già garibaldino fu esponente della Sinistra Storica. Presidente della Camera dei Deputati dal 1876 al 1877, Ministro degli Esteri dal 1887 al 1891, Ministro delle Finanze dal 1888 al 1889, Ministro degli Interni in tre mandati (1877-’78, 1887-’91 e 1893-’96). Presidente del Consiglio per due mandati (1887-1891 e 1893-1896), durante il suo governo approvò il codice penale Zanardelli, che introduceva importanti novità in senso progressista, come la libertà di associazione e di sciopero per la prima volta in Europa e l'abolizione della pena di morte. In campo economico, adottò una politica protezionistica. Completò l'adozione dei codici sanitario e commerciale e riformò l'amministrazione della giustizia.
Giovanni Giolitti (Mondovì (CN), 27 ottobre 1842 – Cavour (TO), 17 luglio 1928), fu esponente della Sinistra Storica. Il periodo storico durante il quale esercitò la sua guida politica sull'Italia è oggi definito età giolittiana. Ministro del Tesoro (1889-’90), Ministro delle Finanze (1890), Ministro dell’Interno per 6 mandati (1892-’93, 1901-’03, 1903-’05, 1906-09, 1911-’14 e 1920-’21). Presidente del Consiglio per 10 mandati in 5 periodi (1892-1893, 1903-1905, 1906-1909, 1911-1914 e 1920-1921), durante il suo governo appoggiò per la prima volta i sindacati nei loro scioperi invitando gli industriali a trattare, furono varate norme a tutela del lavoro infantile e femminile, sulla vecchiaia, sugli infortuni e sull’invalidità, promosse lo sviluppo economico tramite la stabilità della moneta ed i lavori pubblici, si attivò subito per i soccorsi e la ricostruzione di Reggio Calabria e Messina dopo il terremoto del 1908, approvò leggi speciali per favorire la ripresa del Mezzogiorno, introdusse il suffragio universale maschile, nazionalizzò le assicurazioni sulla vita, iniziò l’occupazione della Libia e delle isole del Dodecaneso. Cercò di evitare all’Italia l’entrata nel primo conflitto mondiale ma venne messo di spalle al muro dal Ministro Salandra che a sua insaputa aveva firmato il patto di Londra e dagli interventisti. In un primo tempo diede la fiducia al governo fascista ma dopo la morte di Matteotti fece dura opposizione fino alla morte sopraggiunta nel 1928.
Giovanni Giolitti (Mondovì (CN), 27 ottobre 1842 – Cavour (TO), 17 luglio 1928), fu esponente della Sinistra Storica. Il periodo storico durante il quale esercitò la sua guida politica sull'Italia è oggi definito età giolittiana. Ministro del Tesoro (1889-’90), Ministro delle Finanze (1890), Ministro dell’Interno per 6 mandati (1892-’93, 1901-’03, 1903-’05, 1906-09, 1911-’14 e 1920-’21). Presidente del Consiglio per 10 mandati in 5 periodi (1892-1893, 1903-1905, 1906-1909, 1911-1914 e 1920-1921), durante il suo governo appoggiò per la prima volta i sindacati nei loro scioperi invitando gli industriali a trattare, furono varate norme a tutela del lavoro infantile e femminile, sulla vecchiaia, sugli infortuni e sull’invalidità, promosse lo sviluppo economico tramite la stabilità della moneta ed i lavori pubblici, si attivò subito per i soccorsi e la ricostruzione di Reggio Calabria e Messina dopo il terremoto del 1908, approvò leggi speciali per favorire la ripresa del Mezzogiorno, introdusse il suffragio universale maschile, nazionalizzò le assicurazioni sulla vita, iniziò l’occupazione della Libia e delle isole del Dodecaneso. Cercò di evitare all’Italia l’entrata nel primo conflitto mondiale ma venne messo di spalle al muro dal Ministro Salandra che a sua insaputa aveva firmato il patto di Londra e dagli interventisti. In un primo tempo diede la fiducia al governo fascista ma dopo la morte di Matteotti fece dura opposizione fino alla morte sopraggiunta nel 1928.
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