sabato 23 maggio 2009
La Vespa col cavalletto
1953 - Festa della Madonna di Siponto.
I fotografi ambulanti con le loro macchine di legno posizionate sul treppiede, con otturatore manuale a cappuccio, con sviluppo e stampa immediato, durante la Festa Patronale di Manfredonia svolgevano il loro lavoro nella Villa Comunale.
Consegnavano di ogni foto una sola copia, ancora bagnata della soluzione di stampa, ricavato da un negativo stampato su cartoncino che attaccavano, bagnato, su un braccetto snodabile davanti all'obiettivo.
Io quattordicenne, con i pantaloni blu di cotone makò e le ridicole scarpe bicolori, ero montato in sella senza rendermi conto del cavalletto, e con la fantasia andavo a 100 all'ora!
venerdì 22 maggio 2009
QUANDO UNA CASA COSTAVA 2000LIRE
Questo è un atto del nostro illustre concittadino, storico, musicista, Notaio Michele Bellucci del 1920 con cui i miei nonni acquistarono un pianterreno nell’attuale Via Pietrantonio Rossi, allora ubicata in aperta campagna.
Riporto il suo contenuto perché la scrittura non sempre è chiaramente leggibile. Il Notaio non aveva la macchina da scrivere nel 1920, o gli mancava il dattilografo che la sapesse usare.
Trascrizione dell’istrumento 28 novembre 1920 Notar sig.Michele Dott.Bellucci di Manfredonia registrato il il 4 dicembre n. 146
a favore di
Clemente Leonardo fu Donato e
Ciuffreda Concetta di Francesco, coniugi nati e domiciliati a Manfredonia
contro
La Torre Matteo fu Raffaele, nato a Montesantangelo, residente in Macchia, contenente vendita di una casa pianterreno di un vano, con la relativa area soprastante e con metà di cisterna avente boccale esterno di fianco alla porta d’ingresso, appartenente l’altra metà di detta cisterna a Maria Lauriola.
La casa in parola è sita in abitato di Manfredonia in Via Comunale a denominarsi ed è sfornita di numero civico ed è stata costruita disopra una zona di suolo che fa parte della quota di terreno N.6 in contrada Mezzanella, figura in catasto sotto la ditta Vairo Francesco ed altri art. 9797 mentre la casa sopra elevata non esce in catasto e confina a ponente con casa della predetta Maria Lauriola e dagli altri lati con suoli edificatori dei soci Coccia, Conoscitore e Del Vecchio.
Con tutti i diritti, servitù, accessori e dipendenze, niente escluso né riservato e pel prezzo pagato di Lire Duemila.
Per la cronaca la Via Comunale a denominarsi dopo il 1922 si chiamò Via 28 Ottobre, in memoria della storica Marcia su Roma avvenuta nel 1922 e che permise al Cav.Benito Mussolini con un colpo di Stato di prendere il potere.
Alla caduta del Fascismo, giustamente, la strada cambiò nome (credo nel 1946, bisognerebbe verificare in Comune la toponomastica) eassumendo quello attuale di Via Pietro Antonio Rosso.
lunedì 11 maggio 2009
UNA SUBLIME STORIA D'AMORE
FEBBRAIO 1955 - INIZIO DI UN AMORE. È LA PRIMA MAGLIA DI UNA CATENA
29 APRILE 1959 - IL NOSTRO GIORNO PIU' BELLO
29 APRILE 1984 - UN CAMMINO D'AMORE. IL DONO PIÙ BELLO DATOCI DAL SIGNORE I NOSTRI QUATTRO FIGLI E DUE NIPOTI.
29 APRILE 2009 - CINQUANTA ANNI SONO PASSATI COME UN GIORNO SOLO. RINGRAZIAMO DI CUORE IL SIGNORE.
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I coniugi Andrea Lauriola e Maria De Meo riassumono i loro 50 anni di matrimonio in quattro tappe:
- il fidanzamento ufficiale nel 1955;
- le nozze avvenute nel 1959;
- il 25° di matrimonio nel 1984 (nozze d'argento);
- il 50° anniversario festeggiato in questi giorni (nozze d'oro).
Al festino di matrimonio nel 1959, abbiamo allietato noi la festa con il nostro gruppo. La foto della nostra orchestrina è stata pubblicata in questo stesso sito (cliccare qui: 20 dicembre 1958 ). Addirittura è stata pubblicata sempre in questo sito, e senza saperlo, quella del matrimonio dei genitori della sposa (cliccare qui: 1929 i due matrimoni).
Non vi racconto l'abbondanza della tavola, tutta roba fatta in casa, dalle orecchiette al ragù di agnello, alle braciole, dagli "scavetatjille", ai "puperéte", al rosolio e ai ceci arrostiti!
Ti tutto e di più!
Auguri Maria e Andrea!
Tonino Racioppa
sabato 9 maggio 2009
Foglio di Congedo Illimitato del Regio Esercito del 1923.
Questo è un documento storico, ritrovato nelle vecchie carte dimenticate in un cassetto.
È il "Foglio di Congedo Illimitato" del Regio Esercito Italiano rilasciato 86 anni fa, nel febbraio del 1923, a mio padre - soldato - che "nel tempo passato sotto le armi ha tenuto buona condotta ed ha servito con fedeltà e onore".
Ingrandite l'immagine e notate la bravura del compilatore, con una scrittura eccezionalmente bella. Allora non esistevano le penne biro, e si usavano diversi tipi di pennino da intingere nell'inchiostro e pressare a seconda degli effetti voluti. Esisteva addirittura una qualifica professionale di 'scrivano-calligrafo'.
All'interno del foglio è annotato che "per l'invio in congedo, il soldato ha ricevuto una indennità di trasferta pari a Lire 23,80, come pure l'indennità di trasporto".
Papà mi raccontava che per riscaldare i passeggeri, in un viaggio durato oltre 12 ore, il quel febbraio del 1923, ogni tanto, alle fermate lungo il percorso, dall'esterno infilavano sotto il pavimento degli scompartimenti, dei lunghi contenitori, detti "scaldini", riempiti di acqua presa direttamente dall'impianto vapore della locomotiva, e ritiravano quelli che si erano nel frattempo raffreddati.
Ovviamente i soldati potevano viaggiare solo in terza classe, abolita nel 1956, le cui carrozze avevano sedili di legno. Ogni viaggio in treno era un'avventura...
Ora Bologna si raggiunge da Foggia in cinque ora di ferrovia.
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