lunedì 20 luglio 2009

PATENTE AGRICOLA . PARTE 3



Qui è indicata la data del conseguimento della patente, nel 1926. Papà era giovincello, e andava a prendere lezioni da un ingegnere dell'Ispettorato a Foggia. Siccome era analfabeta aveva bisogno di imparare i termini tecnici dei componenti meccanici della macchina e delle sue funzioni, che conosceva benissimo, ma solo in dialetto.

Frequentò quando nacqui io, nel 1939, le scuole serali assieme ad altri artigiani, invogliati dal giovane insegnante Raffaele Fusilli.
Vedimo se me li ricordo: un mugnaio (Giovanni La Marca, poi emigrato in Australia) un fornaio (Francesco Paolo Leone, in attività fino a tarda età su Via Antiche Mura) e mastro Ciro Delli Santi, forse anch'egli mugnaio.
Tutti insieme, come bravi scolaretti, al termine della loro faticosa giornata, chiusa la bottega e ben ripuliti, si presentavano diligentemente alle lezioni.

Difatti tutti conseguirono la loro brava licenza elementare: vedete che la firma di mio padre è abbastanza sicura sul documento precedente (cliccate per ingrandire).

PATENTE AGRICOLA . PARTE 2



Mio padre la rinnovò nel 1941.

Notate la bellissima scrittura in carattere "corsivo inglese" ottenuta con il pennino Cavallotti e quella a carattere "rotondo" ottenuto con il pennino a punta larga.

PATENTE AGRICOLA . PARTE 1




Questa preziosa Patente era indispensabile per i Conduttori di Macchine a Vapore, i cosidetti locomobili, usati per le operazione di trebbiatura. Per le campagna giravano severissimi Ispettori del Lavoro. Se un macchinista era privo di patente andava dritto in galera.

venerdì 17 luglio 2009

LA MAESTRA È ASSENTE


Quel giorno la povera Maestra Cibelli era assente, ma il fotografo Renato non poteva ritornare un altro giorno, quando la Maestra sarebbe rientrata. Allora ha fotografato ugualmente la classe intera, senza di lei.

Notate i segni della povertà: eravamo nell'immediato dopoguerra, credo nel 1947. Qualche bambino aveva una specie di cappottino, ricavato dalle coperte militari degli Americani. Tutti i maschietti andavamo con i pantaloni corti in qualsiasi stagione.


Riconoscibili: Eugenio La Scala, Biagino Giordano, Raffaele De Filippo, Trotta ('u figghje de Màste Pèppe), i due figli d'u scupastréte.

Poiché questa non era la mia classe, ho riconosciuto il volto molti altri alunni, di cui però non so il nome. Chi si riconosce, chi si fa vivo?

LA SQUADRA DEI POTATORI



Questa foto risale al 1947 e ritrae una decina di persone addette alla potatura degli ulivi.
Da notare che molti lavoratori avevano la camicia e uno addirittura la cravatta.

16 luglio 2009. Processione della B.Vergine del Carmine.


Foto di Marcello Castigliego

giovedì 16 luglio 2009

Pilato non è morto. La nuova scultura di Piazza della Libertà per il 60° anniversario della dichiarazione dei Diritti dell'Uomo.




Foto di Marcello Castigliego


Da pochi giorni è "apparsa" in Piazza della Libertà (Stazione Campagna) una nuova scultura, opera dell'artista Corrado Terraciano dal titolo "Pilato non è morto" per celebrare il 60° anniversario della dichiarazione universale dei Diritti dell'Uomo (1948-2008).

Rappresenta un bambino africano mutilato e malfamato intento a chiedere elemosina accovaciato con lo sguardo verso il cielo.

mercoledì 15 luglio 2009

UFFICIALE: Mons. Michele Castoro nuovo Arcivescovo di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo.

Mons.Domenico Umberto D'Ambrosio prega per l'ultima volta davanti alla Vergine di Siponto


Mons. Domenico Umberto D'Ambrosio arcivescovo di Lecce ha dato l'annuncio ufficiale della decisione del Santo Padre Benedetto XVI della nomina del suo successore all'Arcidiocesi di Manfredonia Vieste San Giovanni Rotondo nella chiesa Cattedrale di Manfredonia alla presenza del popolo garganico, delle autorità e di tutto il clero questa mattina alle ore 12,00.
Si tratta di Mons. Michele Castoro come anticipato qualche giorno fa da qualche indiscrezione, classe 1952 di Altamura, Vescovo di Oria nel brindisino.



Primo saluto di Mons. Michele Castoro
alla Chiesa di Dio che è in Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo


Fratelli e sorelle carissimi, “chiamati ad essere santi insieme a tutti quelli che in ogni luogo invocano il nome del Signore nostro Gesù Cristo…: grazia a voi e pace da Dio nostro Padre e dal Signore Gesù Cristo!” (1 Cor 1, 2-3).


Nel giorno in cui la benevolenza del Santo Padre Benedetto XVI, a cui va in questa ora il mio grato e filiale pensiero, mi nomina vostro Arcivescovo desidero farvi giungere il mio primo saluto, carico di affetto e di sollecitudine, ma anche di trepidazione e di commozione. Non è trascorso molto tempo da quando, qualche settimana fa, ero in mezzo a voi e partecipavo alla vostra gioia nell’accogliere il dono straordinario della visita del Papa a San Giovanni Rotondo, nel Santuario di San Pio. Ignaro della mia nuova missione, ero tra voi come Vescovo di una Chiesa sorella, l’amata diocesi di Oria, alla quale ho dato le primizie del mio ministero apostolico e che ho servito con tutto il cuore. In quel giorno, il Papa ci ha detto nell’omelia: “C'è ... una forza positiva che muove il mondo, capace di trasformare e rinnovare le creature: la forza dell'amore del Cristo, … una forza divina, trascendente”. Questo richiamo alla forza dell’amore capace di muovere ogni cosa vorrei che risuonasse ancora nel momento in cui inizia a germogliare il legame pastorale e di fraternità tra noi. È vero, il germoglio non è ancora il frutto maturo, io non ancora vi conosco direttamente e il nostro rapporto manca di una consuetudine assidua, eppure nel germoglio in qualche modo c’è già tutto, c’è già la promessa del frutto che ne può nascere. Vorrei dunque che prima di me giungesse a voi il mio amore. Fin da ora ve lo assicuro, nutrito di quella fede che mi fa vivere questo momento di passaggio sentendomi nelle mani del Signore, e mi fa intravedere la disponibilità con cui mi accogliete come vostro nuovo pastore da quelle stesse mani provvidenti. Desidero dirvi sin da questa primissima ora che vengo a voi in nomine Iesu, nel nome di Gesù. E’ il Signore la sorgente della mia forza, sarà Lui l’oggetto del mio annuncio, Lui la via e la mèta del nostro comune cammino. Sono confortato in questa mia intenzione dalla saldezza della vostra fede, che risplende nella ricchezza dell’antica e florida Chiesa di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo, erede di una radice antichissima - quella di Siponto - da sempre sotto lo sguardo della 2 Vergine Santissima, e protetta dall’intercessione di San Michele Arcangelo e dei Patroni San Lorenzo Maiorano, San Giorgio Martire e San Pio da Pietrelcina. Quella radice è stata coltivata nel succedersi del tempo da zelanti pastori che hanno fatto correre la Parola di Dio in queste terre, nella catena ininterrotta della tradizione apostolica fino a Mons. Domenico Umberto D’Ambrosio, che vi ha sapientemente guidati fin quando anch’egli non ha dovuto prendere in mano il bastone del pellegrino e partire per il Salento, spostando gli orizzonti della sua missione pastorale verso altri lidi. A lui il mio saluto ricco di gratitudine e di ammirazione per quanto ha fatto a servizio della nostra Chiesa. Poi, il mio pensiero affettuoso va Mons. Riccardo Ruotolo ed agli altri Confratelli Vescovi residenti in diocesi. Saluto inoltre tutti i sacerdoti, che sono i primi coadiutori del ministero episcopale, preziosi e necessari perché il vangelo giunga in ogni luogo e maturi nella comunione attorno all’altare del Signore, nella celebrazione dei sacramenti. Con la stessa intensità di sentimenti saluto i diaconi, i seminaristi ed i numerosi religiosi: sono certo che lo spirito di amicizia e di corresponsabilità potrà caratterizzare il nostro comune lavoro pastorale. Saluto poi con animo grato le religiose e le persone consacrate, i catechisti, gli insegnanti di religione e tutti i laici impegnati nell’Azione Cattolica ed in altre associazioni. So di poter contare sul loro generoso impegno. Saluto anche gli appartenenti ai “Gruppi di Preghiera di Padre Pio” e tutti i pellegrini: insieme siamo chiamati a custodire ed approfondire l’eredità del Santo Cappuccino. Saluto con rispetto le Autorità, le donne e gli uomini di buona volontà e tutti coloro che operano per il progresso della società. Vorrei, infine, rivolgere una parola di conforto e di vicinanza agli ammalati di “Casa Sollievo”, a coloro vi lavorano ed a tutte le persone che vivono nella sofferenza di ogni tipo, sia essa fisica o morale, psicologica o spirituale. Quelli che stiamo vivendo sono tempi difficili, in cui la crisi economica e la povertà sono giunte alle porte di tante nostre case, toccano la vita di tante famiglie. Queste difficoltà ci interpellano e ancora di più ci chiedono di saper dare un volto fraterno alla nostra convivenza. Come vostro Vescovo vengo ben sapendo che sarà uno dei miei primi doveri quello di assicurarvi il mio impegno per costruire insieme un cammino di solidarietà e di aiuto reciproco. Carissimi, siete già nella mia mente e nel mio cuore. Siete già nelle mie preghiere. Anche a voi chiedo di accogliermi con fede e con amore, di mostrarmi docilità e collaborazione e di aiutarmi con la preghiera.

Tutti abbraccio con affetto

Palazzo vescovile di Oria, 15 luglio 2009

+ Michele Castoro
Arcivescovo eletto di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo

martedì 7 luglio 2009

Mons. Michele Castoro 125° Vescovo della Chiesa Sipontina ?

La scelta del Papa cadrebbe sul presule di Oria. S. Giovanni Rotondo presto diocesi autonoma.



Con il saluto dei fedeli dell’arcidiocesi di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo cui si sono uniti le autorità civili e militari cittadine e della provincia, la missione dell’arcivescovo Domenico D’Ambrosio si è compiuta. Un bagno di folla caloroso e affettuoso, un attestato di stima ribadito dalle parole del sindaco di Manfredonia Paolo Campo, del presidente ilel’Amministrazione provinciale di Foggia Antonio Pepe, del prefetto di Foggia Antonio Nunziante. Tutta l’attenzione è ora rivolta al successore dell’arcivescovo D’Ambrosio. Ch sarà il 125° vescovo della Chiesa sipontina? - Un interrogativo niente affatto retorico, in un’arcidiocesi che con la nomina di mons. D’Ambrosio nel 2003 ha visto aggiungere al suo titolo nel quale figurava anche la diocesi di Vieste, il riferimento di San Giovanni Rotondo che faceva già parte dell’ambito territoriale dell’arcidiocesi di Manfredonia.

Un identikit alquanto connotato giro con insistenza, cui si abbina anche il nome è quello di mons. Michele Castoro, vescovo di Oria. Cinquantasette anni di Altamura, prima di essere eletto nel maggio 2005 alla sede vescovile di Oria ed essere ordinato vescovo, ha ricoperto prestigiosi incarichi presso la Santa Sede. Dal 1985 ha fatto parte della Congregazione dei vescovi divenendone nel 1996 capo ufficio. Nel 2001 è nominato Sostituto della Segreteria del Collegio. cardinalizio. E’ Prelato d’onore di Sua Santità. Svolge le funzioni di Segretario della Conferenza Episcopale Pugliese.

fonte: http://www.ondaradio.info/