La ricorrenza del 2 novembre, che ebbe origine nel X secolo nel monastero benedettino di Cluny, è un'occasione opportuna per riflettere sul senso della vita e, di riflesso della morte, alla luce della parola di Dio.
"La morte rappresenta per l’uomo -asserisce il Sindaco, Angelo Riccardi - un mistero profondo. Un mistero che anche i non credenti circondano di rispetto. La morte del cristiano si colloca nel solco della morte di Cristo: è un calice amaro da bere fino in fondo perché frutto del peccato, ma è pure volontà amorosa del Padre, che aspetta al di là della soglia a braccia aperte. La morte, perciò, sia quando è concepita come una punizione per il peccato commesso, sia quando si presenta nella sua misteriosità e incomprensibilità, non consiste tanto nella semplice cessazione o eliminazione della vita quanto, piuttosto, attivamente, nel ricevere qualcos’altro, cioè nel ricevere un’altra vita, una vita eterna che non conosce tramonto".